Diari di Kiev: La guerra tira fuori il meglio

Kiev (Dagbladet): un altro venerdì, 23 giorni da quando i russi sono entrati in guerra con l’Ucraina. Comincio ogni mattina con una panoramica delle zone che sono state bombardate qui nella capitale. Poi controlla cosa è successo nella mia città natale. A Kiev si vedono sempre più spesso le sirene, un certo numero di persone ha perso la vita negli ultimi giorni, mentre decine sono state contagiate e ora sono senzatetto.

Kherson è ancora occupato. I russi forniscono la cosiddetta “assistenza umanitaria”, mentre rubano cibo da diversi villaggi. Quindi, se i russi hanno già cibo, perché rubano i civili?

Quello che noi ucraini ridiamo di più ora è il motivo per cui i russi raccolgono spesso l’attrezzatura e la depositano all’aeroporto situato un po’ alla periferia di Kherson. Lo hanno fatto almeno tre volte e ogni volta gli ucraini hanno distrutto elicotteri, carri armati e altre attrezzature militari. Giovedì ci è stato detto che i russi hanno portato nuove attrezzature nello stesso posto. Ora stiamo solo aspettando le buone notizie dall’esercito ucraino da lì.

Il dolore più grande per tutti noi ora è la tragedia in corso che sta avvenendo a Mariupol. L’intero paese sta guardando i russi quasi spazzare via la città. I residenti sono stati presi in ostaggio. Almeno 200.000 civili ucraini sono ancora lì. Vivono senza elettricità, riscaldamento, acqua e cibo. Inoltre, secondo i media ucraini, fino all’80% degli edifici sarà distrutto. E l’apparato di propaganda russo affida la responsabilità all’Ucraina…

Ogni giorno ho contatti con i miei amici in Spagna, nella regione della Costa Blanca. Sabato terranno una festa di solidarietà della durata di un’ora in un villaggio. Alcuni dei miei amici sono coinvolti nell’organizzazione e abbiamo concordato che avrei condiviso un collegamento video e avrei detto alcune parole.

I soldi vanno ad aiutare l’Ucraina. I miei amici mi hanno chiesto dove avrebbero dovuto dare i soldi e l’ONG ha suggerito Vostok-SOSche aiuta gli ucraini in fuga internamente in Ucraina. Il giorno prima dell’inizio della guerra, ho incontrato uno di coloro che hanno avviato l’organizzazione. A quel tempo viveva a Lugansk, ma nel 2014 è dovuta fuggire da lì, a causa dei russi. Si è trasferita a Kiev e da lì ha gestito SOS-Vostok. Ora si è trasferita di nuovo – nell’Ucraina occidentale – dove continua il suo lavoro aiutando gli ucraini a fuggire.

Giovedì sera il mio amico DJ mi ha chiamato. Si è anche trasferito da Kiev nella regione di Leopoli a ovest. Mi ha chiesto aiuto. Il suo responsabile delle prenotazioni, una giovane madre di due bambini piccoli, ha lasciato l’Ucraina per recarsi in Spagna. Si chiese se potevo aiutarli a trovare un posto lì. Verso mezzanotte ho scritto sul muro di un paesino della costa su Facebook. Già venerdì mattina avevano un appartamento pronto per loro.

Il mondo è pieno di persone meravigliose. Mostraci la guerra migliore. E peggio – dal nostro nemico.

• Il diario è stato tradotto da Laine Franson.