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Il documentario italiano sui rifugiati vince l’Orso d’Oro – NRK Culture & Entertainment

Il documentario italiano sui rifugiati vince l’Orso d’Oro – NRK Culture & Entertainment

“Fuocoammare”, che significa “fuoco nel mare”, esamina la grave crisi dei rifugiati nel Mediterraneo, a partire dall’isola italiana di Lampedusa. L’isola ha accolto un gran numero di immigrati e rifugiati che cercavano di raggiungere l’Europa, e nel film Rosie si concentra su un ragazzino arrivato sull’isola.

Meryl Streep, presidente della giuria di quest’anno, ha affermato che il film “unisce posizione politica, arte e sfumature” quando ha consegnato all’italiano Rossi l’Orso d’oro, il più alto riconoscimento assegnato durante il festival nella capitale tedesca.

Il film contiene scene potenti e Rosie mostra, tra le altre cose, cosa vuol dire essere a bordo di una fragile nave dove decine di persone hanno perso la vita sotto la superficie.

Trine Dyrholm si è aggiudicata il premio come migliore attrice.

Fotografia: Paul/Reuters

– Rossi ha detto nel suo discorso dopo aver ricevuto il premio: – È inaccettabile che le persone muoiano in mare perché cercano di sfuggire alle tragedie.

Dansky ha vinto il premio “Miglior attrice”.

Il premio Orso d’argento è andato al film bosniaco “Smrt u Sarajevo” (Morte a Sarajevo), diretto da Danis Tanovic.

Il premio per la miglior regia è andato alla francese Mia Hansen Love, regista del film “L’Avenir”.

Il tunisino Majd Mastoura ha vinto il premio come miglior attore per il suo ruolo nel film “I Love You El Hadi”, mentre la danese Trine Dyrholm ha vinto il premio come migliore attrice per il film “Collective”.

Premio cinematografico Maratona

Lou Diaz Berlino

Lav Diaz ha ricevuto un premio speciale per il suo film di otto ore.

Fotografia: Paul/Reuters

Il film filippino di otto ore “Hele sa Hiwagang Hapis” del regista Lav Diaz ha ricevuto un premio speciale per aver aperto nuovi orizzonti. Le maratone cinematografiche erano la tendenza alla Berlinale di quest’anno, ma il film filippino pluripremiato non è stato il più lungo.

Il film “L’ombra di Shamissu”, che ruota attorno alla vita dello scienziato tedesco Adelbert von Chamisso, dura più di 12 ore ed è stato proiettato in un unico round con solo due intervalli.

L’unico film norvegese incluso nel programma ufficiale era “Solan e Ludvig – da qui a Flåklypa”.

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