giovedì, Dicembre 5, 2024

“Piranesi” di Susanna Clark – recensioni e consigli

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Jolanda Alfonsi
Jolanda Alfonsi
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Diciotto anni fa, la scrittrice britannica Susanna Clarke ha suscitato molto scalpore con il suo romanzo d’esordio, Jonathan String e Mr. Norell, il racconto del ritorno della magia nelle isole britanniche. È diventata anche una serie televisiva della BBC.

Poi ci fu silenzio.

Dopo il successo, Clark ha sviluppato la sindrome da burnout e riusciva a malapena a scrivere. Per questo abbiamo dovuto aspettare così tanto per questo nuovo romanzo. Ma chi aspetta il bene…

Piranesi è un romanzo divertente del genere fantasy, scritto per un pubblico adulto. Inizia casualmente, con un narratore in prima persona che delinea la sua vita quotidiana e il suo mondo:

Ci vuole molta buona volontà da parte del lettore per lasciarsi trasportare. Ma allora: che mondo si rivela!

Che piranesi sexy. Ma chi è veramente l’altro?

pacifica unità. o?

È l’altro che chiama il narratore Piranesi. È un cenno all’architetto italiano Giovanni Battista Piranesi, che nel 18° secolo creò prigioni immaginarie e città fantastiche nelle sue innovative stampe grafiche.

Il mondo in cui si trova Piranesi può somigliare ai disegni italiani, con sale dopo sale – quasi all’infinito – corridoi, scale, pavimenti, non ultime le statue.

Non ci sono più persone qui, fatta eccezione per le ossa di tredici morti, per i quali Piranesi confonde accuratamente e mostra rispetto.

Piranesi e l’altro si incontrano due volte a settimana. Il loro obiettivo è trovare la conoscenza magica che implica il superamento della morte.

A parte i due orologi dedicati con l’altro, Piranesi è solo.

sconosciuto inquietante

Improvvisamente, un giorno, tra le statue apparvero le tracce di un altro essere umano. È amico o nemico? E perché c’è così tanto che Piranesi non ricorda?

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Ogni giorno scrive nel suo diario minute note su maree, nuvole e uccelli con cui comunica nel suo stile semplice. Si considera uno studioso documentato la casail suo mondo.

Si sente in armonia sia con gli edifici che con le creature che lo circondano.

Ma improvvisamente Susanna Clarke si insinua nella stranezza, sia nella mente del lettore che in quella di Piranesi. La casa è qualcosa che esiste solo a Ras Piranesi? Chi è veramente? E perché qualcuno dovrebbe volergli ferire?

Appoggiarsi a Narnia

Nessuno che abbia letto I meravigliosi racconti di Narnia di CS Lewis dubiterà dell’ispirazione di Clarke.

Ci sono porte per mondi paralleli dal nostro. Ma in un altro mondo prevalgono altre condizioni.

Le statue, da cui Piranesi trae forza e conforto, ci ricordano tutti coloro che furono stregati dalla strega bianca. Qui, le idee, emanate dal nostro mondo, sono incarnate sotto forma di sculture.

Mi viene in mente anche l’allegoria della grotta di Platone. Lì, alcuni prigionieri vengono tenuti incatenati in una grotta e vedono solo ombre di ciò che è nel mondo reale. Piranesi è prigioniero?

Grandi domande, risposte aperte

Poiché la casa ha una stanza dopo l’altra, il romanzo ha strati su strati. Fa domande su che tipo di vita vale la pena vivere.

È sbagliato dare valore alla solitudine e alla vita contemplativa? Questa potrebbe essere una consapevolezza emersa durante i primi blocchi del coronavirus, con molti che gridavano alla mancanza di vita sociale.

Susanna Clarke ci ricorda Margaret Atwood, come la sua

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MaddAddaM Triple


Scrive delle esperienze di uno scienziato dal cuore debole con gli umani.

Ma a differenza del suo diluvio di storie, che descrivono sempre l’armeggiare con la natura tecnicamente possibile, “Piranesi” è un racconto silenzioso e incantevole in cui a poco a poco l’orrore si diffonde, anche un puzzle dopo l’altro trova la sua risposta.

La traduzione di Kirsti Vogt è ben letterale.

Il romanzo è cupo e pieno di speranza. Stimola il pensiero.

Leggilo come intrattenimento o come un segno che il mondo è il posto in cui creiamo noi stessi. Le possibilità sono tante.

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