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scienze visive

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2022-04-05 06:37:23 / Fatto Radio


Senza diventare un’oscura scienza ascritta a un particolare pensiero magico fin dall’antichità, i processi scientifici e inventivi hanno quasi sempre avuto un’aura di segretezza o di specializzazione elitaria, limitandoli a sofisticati centri di ricerca.

Questo concetto di scienza e innovazione è cambiato molto oggi, perché senza fermare l’esistenza di istituzioni di scienza e tecnologia altamente specializzate, questa capacità di creare nuova conoscenza è stata trasferita ad altre aree della società.

Per questo è così interessante l’impegno che oggi il nostro Paese sta assumendo per la spinta scientifica e innovativa nei processi economici e sociali quotidiani.

L’idea che la scienza debba essere applicata a tutto è molto attraente per le condizioni del nostro Paese, dove i vincoli di risorse impongono costantemente la creatività e stimolano la capacità di innovare.

Tuttavia, questa distinzione artificiale tra scientifico e produttivo o di servizio è stata presente anche nella nostra pratica.

Indipendentemente dai concetti che Fidel ha visto all’inizio quando ha concepito i poli scientifici con i loro cicli chiusi che includevano tutte le fasi dalla ricerca alla produzione, il nostro sistema aziendale ha in gran parte voltato le spalle allo sviluppo scientifico e innovativo.

Quasi tutti i ministeri o le agenzie centrali hanno sempre avuto propri centri di ricerca, che progettavano progetti e innovazioni, spesso difficili da introdurre o divulgare nelle proprie unità produttive, e che non sentivano un obbligo o un collegamento finanziario a questi risultati.

Per questo è così importante l’attuale strategia di sviluppo che promuove una stretta interdipendenza tra imprese e centri scientifici, tra autorità e università.

Ci deve essere una stretta relazione tra questa maggiore autonomia e decentramento nelle decisioni e la necessità di raggiungere una maggiore competitività, attraverso l’applicazione della scienza e dell’innovazione in tutte le operazioni.

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Nemmeno il settore pubblico o di bilancio dovrebbe sottrarsi a questa tendenza, che consentirà di risolvere più problemi nei servizi al cittadino.

Iniziative come i parchi tecnologici, o nuove forze come la capacità di creare riserve economiche d’impresa per la scienza e l’innovazione, puntano a questo scopo di illustrare l’economia della ricerca scientifica.

Ma c’è ancora molta strada da fare in una visione integrativa e olistica di cosa significhi produrre e fornire servizi basati sull’applicazione della scienza e dell’innovazione.

Solo quando la scienza è in fabbrica, e la fabbrica colpisce nella scienza, apriremo la strada allo sviluppo economico e sociale per il quale ci sforziamo.