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Lo shock del prezzo della pasta scuote l’Italia

Lo shock del prezzo della pasta scuote l’Italia

Cronache: aumenti esorbitanti dei prezzi della pasta scuotono l’Italia CNBC.

I dati delle agenzie statistiche italiane, secondo il Ministero dell’Industria del paese, hanno mostrato che i prezzi della pasta sono aumentati fino al 17,5% su base annua a marzo e al 16,5% ad aprile. L’aumento è doppio per l’indice dei prezzi al consumo, che è aumentato dell’8,7% su base annua a marzo e dell’8,1% su base annua ad aprile.

Il Consiglio dei consumatori d’Italia (Assoutenti) ha dichiarato al canale che l’aumento dei prezzi della pasta nei ristoranti è del 6,1% su base annua. Questo si ripercuote sul portafoglio dell’italiano medio che, secondo i dati dell’International Pasta Organisation, mangia quasi 23 chilogrammi di pasta all’anno.

I sostenitori dello “sciopero della pasta” di 15 giorni.

I prezzi più elevati per i consumatori finali sono legati al fatto che i produttori stanno ora vendendo le scorte accumulate quando i prezzi del grano sono aumentati bruscamente in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Come è noto, la stessa cosa è successa con i prezzi dell’energia.

Da allora i costi delle materie prime sono diminuiti e l’aumento dei prezzi della pasta è ora determinato da altri fattori. I prezzi sono mantenuti alti per aumentare i profitti. I prezzi scenderanno solo se ci sarà un calo significativo dei consumi, dice il direttore di Assoutenti Furio Truzzi, che ha chiesto espressamente una riduzione dei consumi attraverso uno “sciopero della pasta” di almeno 15 giorni.

Due settimane fa i prezzi della pasta sono stati oggetto di una riunione d’urgenza promossa dal ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Orso. All’incontro, a cui hanno partecipato produttori di pasta, autorità dei consumatori e funzionari governativi, è stato proposto un tetto massimo, ma la proposta è stata successivamente respinta.

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La pasta è la soluzione, non il problema

CNBC cita anche una dichiarazione di Unione Italiana Food, che rappresenta i produttori alimentari italiani. Oltre alla costosa costruzione del magazzino, l’associazione spiega i prezzi più alti della pasta con un costo maggiore in imballaggio e logistica. Nota che la produzione di pasta è aumentata dell’8,4% nell’ultimo anno, più o meno in linea con l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo.

“È vero che i costi sono diminuiti, ma non sono tornati ai livelli precedenti e sono ancora molto alti rispetto al 2020/21. Vorremmo finire per capire che la pasta è la soluzione, non il problema”, ha detto il canale in la dichiarazione.

Il Ministero dell’Industria italiano ha citato in una nota i “primi ma deboli segnali” di calo dei prezzi, che subiranno un calo significativo nei prossimi mesi. Il ministero è sostenuto dalla Banca mondiale, che prevede un calo del 17,4% dei prezzi del grano nel 2023 rispetto al 2022.